venerdì 27 agosto 2010

La bicicletta

Io giro Ny ormai da anni in bicicletta. Mi e’ stato vietato solo per gli ultimi 4 mesi di gravidanza (e io avrei continuato fino a che’ non ci fosse stato piu’ spazio tra il pancione e il manubrio!), ma adesso ho ricominciato. Chiaramente mi sono dovuta comprare una bici nuova, dato che le intemperie invernali avevano decretato la fine della mia vecchia Camilla (io la bici la chiamo col mio nome…si lo so pensate pure che sia pazza!).

La nuova/usata Camilla e’ bellissima. Marrone, col cestino di paglia. L’ho pagata “solo” $100 ……pero’ da un mese a questa parte mi e’ costata piu’ di un affitto nel Meat Packing District!

Prima di tutto ho avuto la bella idea di usare come palo per legarla il palo di fronte ad un ristorante e chiaramente i delivery boys messicani mi hanno fatto capire bucandomi le ruote che non era cosa da farsi ($ 45).

La settimana dopo e’ venuto giu’ un temporale pazzesco e il cestino di paglia (finta probabilmente) si e’ praticamente disintegrato ($40).

Adesso viene il bello….dopo tutti questi inconvenienti ho deciso di portarla per un “check up” completo al negozio di biciclette (o meglio ladri di biciclette) accanto a casa. Mi avevano chiesto $50 ma pensavo ne valesse la pena! Dopo due giorni sono andata a riprendere la mia fiammante (speravo) Camilla.

Non solo mi hanno fatto aspettare quasi un’ora, dato che probabilmente e’ il tempo che ci hanno messo per fare il check up che non avevano fatto, mi hanno anche detto che le ruote erano troppo usurate e quindi avrei dovuto cambiarle. E che il lucchetto che avevo era come un invito ai ladri …quindi mi hanno consigliato un lucchetto di Criptonite….( $50+$ 45+$60 lucchetto economico!)

Alla fine pero’ ce l’avevo fatta….io e Camilla…e via verso nuove incredibili avventure!

Il giorno dopo, mentre  tutta felice pedalavo verso l’ufficio, mi e’ apparso di fronte all’improvviso un bulldog che non solo mi ha fatto tirare una inchiodata, mi ha pure morso!!!! Piano s’intende, sicuramente per giocare, pero’ mi ha morso! Ho imprecato contro la padrona, una rasta con dei peli sulle gambe che nulla avevano da invidiare a Giorgi, e ho continuato la mia corsa. Arrivata di fronte all’ufficio pero’ mi sono accorta che si era staccato il filo di un freno…ma cazzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Vabbe’ Camilla e camilla state tranquille……adesso vado a lavoro e poi penso a cosa fare, mi sono detta.

Uscita dall’ufficio avevo pensato di riportarla ai ladri di biciclette e lamentarmi del loro check up!!! (senza menzionare chiaramente il bulldog rasta!)

Ho messo la chiave per aprire il lucchetto ed era un po’ difficoltoso, non girava bene. Ho insistito un po’ e …TRACK la chiave si e’ spezzata dentro il lucchetto. Ma porca miseria! (in realta’ ho detto molto di peggio!!)

Con i nervi a fior di pelle me ne sono andata a casa.

La mattina dopo avevo avuto un’altra brillante idea. Sotto il mio ufficio c’erano due cantieri, figurati se qualcuno non poteva aiutarmi a tagliare il lucchetto! Con la faccetta disperata mi sono avvicinata ad uno degli operai e gli ho chiesto di aiutarmi. Gentilissimo ha preso una sega da metallo e mi ha seguito fino a Camilla. Un lavorone. 20 minuti dopo leggevo nei suoi occhi sfinimento e odio. Ho visto altri due operai dell’altro cantiere che ci guardavano e ridevano…allora armata di faccetta ancora piu’ disperata mi sono avvicinata ed ho chiesto loro aiuto.

Il piu’ grassotto e’ andato dentro il cantiere, e’ tornato con una grossa pinza e alla faccia della criptonite in 10 secondi ha tagliato la catena!

Morale della favola: Superman e’ una grande presa di c..o!!!!!!

Camilla

Io il carrello me lo porto da casa: come sopravvivere al supermercato newyorkese

Folding shopping carts

Ormai sono a New York da quasi un anno. Ci sono tante cose che ho imparato vivendo qui. Ho cercato di adattare le mie abitudine alla mia nuova vita americana….e quindi ho comprato un orribile folding shopping cart. In Italia non sarei mai andata in giro per strada con questa specie di carrello pieghevole., nemmeno se mi avessero pagato..qui invece ho pagato ben $25 per averne uno (e mi sono pure pentita di non averlo comprato prima!).

Come vi ho gia’ spiegato, andare a fare la spesa e’ uno dei problemi principali per i Newyorkers. In pochi possiedono un’automobile, quindi ci si sposta a piedi o in metropolitana…e con i sacchetti della spesa non e’ certo semplice, soprattutto se pensate che la maggiorparte dei supermercati vende l’acqua in contenitori da 1 gallone e cioe’ da 5 litri! I primi mesi ho cercato di resistere: andavo al supermercato piu’ spesso, cercando di bilanciare i sacchetti…una volta ci sono andata addirittura con lo zaino! Poi mi sono resa conto che le mie povere braccine e la mia povera schiena non avrebbero retto troppo a lungo, quindi mi sono convertita al folding cart. Antonio era da mesi che mi consigliava di comprarlo, ma io ero impassibile:

…dai ma cosa credi che abbia!? 60 anni!? Ce la faccio non ti preoccupare! Ho anche l’abbonamento alla palestra (e ovviamente dopo le prime 3 lezioni di fila non ci sono mai piu’ andata…ma questo e’ irrelevante);

…un carrellino per andare al supermercato? E’ ingombrante ed e’ totalmente fuori moda!!

…non ho la patente internazionale!

Un mese fa ci siamo pero’ trasferiti e la strada per raggiungere il nostro palazzo e’ in salita…quindi, di solito arrivavo a casa tutta sudata, spettinata e arrabbiata con il mondo. Altro che Manhattan, a me sembrava di essere in Trentino Alto Adige!  Alla fine un giorno, distrutta dopo aver trasportato 3 sacchetti della spesa, un gallone d’acqua, l’ombrello e la borsetta, appena Antonio ha messo piede dentro casa gli ho urlato: “ho deciso, compriamo il folding cart!”. E adesso non posso piu’ farne a meno!

Il pomeriggio quando torno dal lavoro entro in casa, prendo il mio carrellino, e trotterello da Fairway. Non mi spaventa niente: salite, discese, gradini, sassi, immondizia. Mi sembra di partecipare a I Giochi Senza Frontiere! Quando per strada incontro un’altra ragazza (o vecchietta…piu’ probabile), anche lei alla guida di un folding cart, comincia la sfida: chi arrivera’ prima al supermercato? Chi riuscira’ a superare tutte le insidie delle streets newyorkesi? Eh va bene, cercherò almeno di non superare i limiti di velocità!

Anna

martedì 24 agosto 2010

W la pappa al pomodoro….

Mi manca Firenze, mi mancano prima di tutto gli affetti (vero mammina…) e dopo alcuni cibi che qua a NY e’ quasi impossibile riprodurre…Saranno gli ingredienti, sara’ l’acqua , sara’ che cavolo sara’…….

Soprattutto a Tribeca c’era certamente poco…finche’ non e’ arrivato Il Matto (e non parlo di Giorgio!).

L’ha aperto Matteo, cuoco di Firenze che dopo anni di “pratica” newyorkese ha deciso di aprire il suo ristorante che e’ un po’ matto come lui forse, come si vede dall’arredamento, ma si mangia cosi’ bene che a volte chiudo gli occhi e potrei riaprirli di fronte agli Uffizi.

Camilla

lunedì 23 agosto 2010

Fat Witch Bakery: il brownie perfetto (e a volte anche gratis)

Fat Witch Bakery, Chelsea Market

Fat Witch Bakery, assaggi gratuiti

Il brownie più buono di Manhattan? Non ho dubbi: io lo mangio al Chelsea Market.

In questo grande mercato di lusso al coperto (una volta sede della Nabisco, l’azienda che ha inventato i mitici biscotti Oreo), si trova la Fat Witch Bakery (letteralmente: il panificio della strega grassa) che vende solo brownies…e sono deliziosi!!!

Il mio preferito è quello classico al cioccolato, ma la scelta è veramente varia: c’è quello al cioccolato bianco, quello al cappuccino, quello con le ciliegie, quello al caffè. Inoltre, le cuoche provette (non è il mio caso) possono anche comprare il preparato per cucinare il brownie a casa oppure il libro con tutte le ricette.

Il brownie normale costa $2.85, mentre quello baby costa solo $1.50. Ma cosa credete? Che io non conosca il modo per farvi risparmiare?!? Leggete qui:

1. potete chiedere di avere il vostro brownie “unwrapped”, cioè “senza carta, non confezionato”. A me non interessa proprio che il mio dolcetto sia avvolto nella plastica, tanto appena uscita dalla porta del negozio lo divorero’ in un sol boccone. In questo modo potete comprare il brownie normale a solo $1.50;

oppure (opzione per i più sfacciati),

2. potete mangiare gli assaggi gratuiti. Di solito le commesse tagliano i brownies a pezzettini, li infilzano ad uno ad uno con uno stuzzicadente e li mettono su un piatto vicino alla cassa. La prima volta ho fatto la timida: avevo paura di sembrare un’ingorda maleducata, e quindi ne ho assaggiato solamente un pezzettino e ne ho comprato uno intero. La seconda volta ho mangiato 2 pezzettini e ne ho comprato uno baby. Adesso non mi faccio più alcun tipo di problema: entro, prendo 3 pezzettini, li mangio davanti alle commesse sorridendo, prendo altri 3 pezzettini, me li mangio guardandomi in giro (magari faccio finta di essere interessata a comprare…).  Poi prima di uscire, con nonchalance, mi avvicino di nuovo al piatto e prendo altri 3 assaggini, da mangiare mentre passeggio per il Chelsea Market. E le commesse quando esco mi salutano pure! Quindi, coraggio, gli assaggi gratuiti sono li per voi!

Anna

lunedì 16 agosto 2010

John Cusack

John Cusack

Circa 2 mesi fa, ho incontrato per strada un attore. Ma non sapevo chi fosse. Cioè, ero sicura fosse un attore, ma non mi ricordavo il nome. Pensa, pensa, dopo 2 mesi finalmente un giorno in biblioteca, nella sezione dvd, lo vedo, lo riconosco, riesco a dare il giusto nome al suo volto: John Cusack.

Tornata a casa ho subito cercato sue foto su Google e vi dico la verità: dal vivo è molto più bello! E’ altissimo, affascinante, con un bel fisico… Io l’ho incontrato all’incrocio tra University Place e Waverly Place. Indossava un paio di jeans, una t-shirt rossa e occhiali scuri. Ho subito pensato stesse traslocando perchè stava trascinando un carrellino con dentro coperte e utensili da cucina. Quando mi è passato accanto l’ho guardato (è veramente bello!), ho realizzato fosse un attore, mi sono fermata, mi sono girata a ri-guardarlo e ho pensato: ok è un attore, ma non ricordo il nome. Che faccio? Glielo chiedo? No Anna sei matta che figuraccia! Cosa gli vuoi chiedere: Scusa, come ti chiami? Meglio lasciar perdere.

E così ho fatto. Ho proseguito per la mia strada. Ero contenta di aver incontrato un attore famoso, ma allo stesso tempo era frustrante perchè avrei voluto dire a tutti che avevo visto una celebrity ma se non sapevo il nome, che senso aveva?? Quindi, adesso, dopo 2 mesi di ricerche, posso farlo: ehi ehi lo sapete chi ho visto??!! John Cusack!!!

Anna

venerdì 13 agosto 2010

Alla ricerca dello stracchino perduto

Ma e’ possibile che a New York, e non dico a Delhi, non si riesca a trovare lo stracchino? La mia “stracchino-mania” risale a quando ero bambina ma si e’ sicuramente acuita con la gravidanza. Mi svegliavo di notte con la voglia di stracchino. Lo trovavo a volte da Buon Italia, il supermercato italiano al Chelsea Market. Uno dei supermercati piu’ cari di New York, che quando ci vai ti viene la nostalgia di casa e compri cinque pacchi di biscotti del Mulino Bianco, che in Italia non mangiavi nemmeno, a $ 7 al pacco. Esci dopo aver speso $ 100 e aver comprato dei biscotti e poco altro.

Poi ho scoperto Di Palo. A Little Italy. E’ una specie di alimentari/salumeria/gastronomia italiana. Dove i titolari sono due fratelli che si chiamano Frank e John (tipici nomi italo-americani), parlano 3 parole di italiano (signorina, grazie, arrivederci), ma hanno chili e chili di stracchino. E di gorgonzola e di bresaola (per Giorgi, io non mangio carne!) e di tutto quello che la mamma comprava all’alimentari sotto casa. I prezzi sono ragionevoli…a parte Camilla che si fa tentare da un pacchetto di Golia a 4 dollari (e se lo mangia anche tutto in un’ora).

Se siete a Ny, avete voglia di casa e non volete essere derubati, andate da Di Palo. E mangiatevi un panino alla stracchino per me.

Camilla

mercoledì 11 agosto 2010

La mia seconda celebrity: Russell Brand

Russell Brand sul set di Arthur, Vanderbilt Avenue e 42nd Street

Katy Perry e Russell Brand 

Ve l’avevo detto che New York d’estate è un set cinematografico all’aperto, vero? Finalmente sono riuscita a vedere una celebrity all’azione: ecco Russell Brand mentre recita nel remake di Arthur. Lo so, nè l’uno nè l’altro vi dicono niente. Leggete qui allora:

Russell Brand: famoso per lo più per essere il fidanzato della cantante Katy Perry (I kissed a Girl, ve la ricordate?!).

Arthur: film del 1981, diretto e scritto da Steve Gordon. Il protagonista, Arthur Bach, è  un giovane miliardario che sperpera i suoi soldi tra donne e alcool. Un giorno i familiari decidono di accasarlo con Susan, ma lui s’invaghisce al supermarket di una nullatenente che ruba cravatte. Protagonisti: Dudley Moore, Liza Minnelli e John Gielgud.

Certo, se non ci fosse stata tutta quella gente sul set a scattare foto, io sinceramente non mi sarei nemmeno accorta di Russell Brand e avrei continuato dritto per la mia strada. E certo, se non avessi chiesto che film stessero girando non avrei nemmeno mai saputo dell’esistenza di Arthur. Però, visto che Katy Perry la conosco, e I kissed a Girl la canto spesso, ho deciso di considerare Russell come la mia seconda celebrity. No non sto barando! Vedrete come diventerà famoso! Dategli solo un pò di tempo!!

Anna

martedì 10 agosto 2010

Al fuocooooooooooooooooooooooo gran finale.

Forse i wantung fritti mi avevano rincoglionito. Forse ero annebbiata dal fumo dell’incendio cinese. Pero’ dovevo pur andare a dormire? Ho preso un taxi e sono tornata al castello. Ho suonato. Niente. Il principe dorme? Suono di nuovo. Nulla. Che fare? Lo chiamo? Turbero’ il suo beauty sleep? Ma no…….Alla quinta chiamata risponde…con un sottofondo di musica fortissimo. “Sono al the Box” mi dice. Non riusciva a dormire. Mi chiede se voglio raggiungerlo. Oddio sono tormentata dal dubbio. Domattina devo fare da assistente in un photoshoot con Sarah Jessica Parker. Ho pregato per farlo, non posso fare cavolate questa volta….Ma il principe e the Box…….vado.

Salgo sul taxi e mi accorgo in corsa di avere solo 5 dollari (nella disperazione per l’incendio ho preso solo la pochette e non la borsa!). Sto in tensione e aspetto fino a che non scattano i 4 dollari e 40 e poi vado a piedi……arrivo dopo mezz’ora, con i piedi a pezzi (accidenti ai sandali col tacco!!!!)

Il principe viene fuori a prendermi. Entriamo e ci sediamo a guardare lo spettacolo. C’e’ un nano che balla imitando Micheal Jackson. Fantastico. Poi una tipa che fa dei lavori a luci rosse con un coltello. Un vodka soda e’ tutto quello che posso concedermi. Magari solo un altro…..Lo spettacolo e’ finito e anche il mio secondo drink. Il principe mi prende per mano e mi porta a ballare…sono le 3…la notte e’ ancora giovane….

Bacio

Carlotta

Pappa a New York

Finalmente. Sì finalmente il mio Draculino ha messo il primo dente. Non e’ stato facile..notti insonni, grida che lacerano il silenzio notturno (e il nostro breve sonno), Draculino che sembra un lama piu’ che un bimbo……

Adesso si magna!!!! E cosa? Mmmmmmm chiaramente la cosa piu’ saggia sembra chiedere al famoso e famigerato Dott.Cohen. Famoso perche’ e’ un po’ una celebrity qui a Tribeca, con i suoi pantaloni a quadri, gli occhiali azzurri e il suo accento francese…(tralasciamo la volta in cui l’abbiamo incontrato ad una festa e gli siamo corsi incontro abbracciandolo ….)

Il Dott. Cohen, Michele per gli amici, ci da’ un consiglio che sembra una manna dal cielo….dategli tutto quello che mangiate voi. Si’ qua a NY, i genitori cool fanno cosi’. Ordinano un sushi da 100 dollari, mettono qualche roll nel frullatore e lo rifilano al loro pupo.

La cosa non mi convinceva molto…..sushi+Draculino= disastro assicurato.

Cominciamo con qualcosa di piu’ semplice, tradizionale, non per fare l’italiana ma cosa c’e’ di piu’ sano di uno spago al pomodoro? Lo faccio magari un po’ piu’ cotto cosi’ sara’ piu’ facile frullarlo.

Bavaglino…fatto.

Piattino con frullato di pasta…fatto.

Acqua nel suo bicchierino..fatto.
Pila di scottex …fatto.

Cucchiaino…pronti via!!!!!!!!!!!

Dopo un’ora di tentativi questo e’ il risultato: pareti macchiate di pomodoro, pavimento macchiato di pomodoro, vestiti di Draculino e mamma macchiati di pomodoro…casa piena di pomodoro. DRACULINO INCA……ATO NERO.

Dopo un’ora ..pannolino INCA…..ATO NERO. Mamma a pezzi.

Che fare?

Camilla

lunedì 9 agosto 2010

Baguettes 2×1. Mission: impossible!

Fairway supermarket

Grazie ad una “soffiata”, siamo venuti a sapere che nel supermercato vicino al nostro palazzo (vicino si fa per dire…qui in America le distanze sono raddoppiate…) prima della chiusura si possono comprare due baguettes al prezzo di una. Sembra una cosa da poco. Ma non lo è affatto.

Trovare un buon pane nelle vicinanze è un’impresa quasi senza speranza. Il pane per noi più a portata di mano è quello che vendono nel deli proprio qui sotto, un piccolo negozietto dove si trova un pò di tutto, dal cibo spazzatura all’acqua ai detersivi e ci sono persino i formaggi…mai avuto il coraggio di provarli… A seconda dei giorni della settimana, il pane qui può essere o di gomma o duro come un sasso, tanto che ti chiedi se sia vero o finto, come quei panini che usano nelle pagine dei libri di cucina. Sì, perchè dall’aspetto sembrano buoni, freschi e croccanti, ma non fatevi ingannare! In realtà sono lì da giorni, passa solo ogni tanto il proprietario a spolverarli.



Da Fairway invece, il nostro supermercato di fiducia, il pane è vero! E’ croccante, a volte addirittura caldo, appena sfornato! Quando ci andiamo quindi, cerchiamo di farne scorta: l’ultima volta abbiamo comprato 3 baguettes, che poi una volta a casa tagliamo a pezzi e congeliamo. In Italia ero abituata ad andare dal fornaio tutti i giorni. Qui è impensabile, viste le distanze e visto il fatto che mi sposto sempre e solo in metropolitana.

Quindi io e Antonio abbiamo deciso di provare. Giovedì sera abbiamo cenato con calma, ci siamo rilassati un pò sul divano, e alle 21:30 abbiamo deciso di andare da Fairway, che chiude alle 23. Arriviamo, prendiamo il carrello, cominciamo a comprare quello che ci serve, finchè arriviamo alle baguettes. Nessun cartello ci avvisa dell’offerta 2×1. Forse è ancora presto…sono solo le 22…aspettiamo ancora un pò, intanto andiamo a scegliere il detersivo.

Ecco che si fanno le 22:20: ancora niente.

22:30: le baguettes rimaste sono poche; le persone che aspettano di fianco alla cesta del pane invece sono tante.

22:40: basta, io ho lavorato tutto il giorno voglio andare a casa.

22:55: le speranze si affievoliscono, forse se vogliamo le baguettes dobbiamo pagarle.

22:59: alcuni commessi si avvicinano a noi. Io ho già le mani su 2 baguettes, Antonio su altre tre. I nostri sguardi fanno intendere che non molleremo la presa. La concorrenza si rende conto che con noi non ha speranze e abbandona il campo di battaglia! Evvai!Abbiamo vinto! Le baguettes sono nostre!!


Ma ehi…un momento…cosa!?!? I commessi ci guardano straniti e ci dicono che il supermercato sta chiudendo e ci chiedono di recarci velocemente alle casse a pagare!  Nessun accenno al 2×1 sulle baguettes!!

Alla fine siamo arrivati a casa alle 23:30, con 4 baguettes belle croccanti  ma continuando a chiederci dove avevamo sbagliato. La nostra conclusione è stata questa: la prossima volta non ascolteremo più nè soffiate nè voci di corridoio e andremo a fare la spesa in orari normali, non certo la notte!
 
Anna

martedì 3 agosto 2010

Shopping…per beneficenza!

Cosa c’e’ di meglio del fare shopping e allo stesso tempo fare della beneficenza? A New York e’ piu’ che possibile…chiaramente pur di farti spendere ne inventerebbero di tutte!

Se venite in vacanza a NY cercate la location piu’ vicina a voi di HOUSING WORKS.

Housing Works vive di donazioni, c’e’ chi dona vestiti, chi dona gioeielli, chi dona mobili. E poi c’e’ chi compra come me 2 vestiti di James Perse a 10 dollari l’uno. ( Giuro che oggi in due mi hanno fermato per sapere dove avevo comprato uno dei due prontamente indossato!).

I soldi che “donerete” col vostro shopping verranno devoluti alla ricerca contro l’AIDS e ai rifugi per gli homeless, i senzatetto newyorkesi, che purtroppo sono tanti.

Buono shopping!

Camilla

Premium Rush: Ciak! Si gira!

Premium Rush


Sul set. L'esterno

Sul set. Le scale del palazzo

Finalmente hanno cominciato!! Vi ricordate che vi avevo raccontato che sulla porta d’ingresso del mio palazzo era stata affissa la richiesta per l’autorizzazione a girare alcune scene di un film  chiamato Premium Rush, in uscita nel 2011?

Ebbene, domenica scorsa verso le 10 di mattina io ed Antonio, in procinto di uscire, intravediamo una bancarella sulla strada con frutta, verdura, dolci, bevande, eccetera. “Non ci posso credere!! Per tutta la mia vita ho desiderato poter uscire da casa e trovarmi un mercato con le bancarelle a portata di mano!” Dopo un attimo però mi rendo conto che in realta’ la bancarella e’ solo una…ed ecco che mi si accende la lampadina! Stanno sicuramente girando il film!! Ormai io me ne intendo di set cinematografici: a Soho, dove lavoro, ogni giorno girano qualcosa!

E la scena che mi si presenta davanti infatti e’ la stessa: grandi camion carichi di attrezzature, tavolo con buffet per placare la fame degli attori e degli addetti ai lavori, e un gran via vai di persone…che si dirigono tutte nel palazzo di fronte al nostro! Andiamo un po’ a vedere cosa sta succedendo…Vieni Antonio corri!! No!! Tu non puoi mangiare al buffet!! Vieni!!

Attraversiamo di corsa la strada e arriviamo di fronte al palazzo. Qui ci rendiamo subito conto che qualcosa di importante sta accadendo proprio nella hall.

Obiettivo: entrare e magari avvistare Joseph Gordon-Levitt, il protagonista. Piano d’azione: fingerci inquilini del palazzo.  Modalita’ d’azione: agire disinvolti e salutare con affetto il portiere nel caso fosse presente.

Ci dirigiamo verso la porta d’ingresso e un ragazzo ci apre facendoci segno di non parlare e di non fare rumore. Entriamo quindi piano piano e cominciamo a salire le scale, non senza sbirciare quello che sta accadendo proprio lì di fronte a noi: ci sono 2 grandi cineprese e uno schermo, grande quanto quello di un normale pc, che trasmette una scena dove una ragazza con una canotta turchese, seduta ad una sedia, piega alcuni vestiti e parla con qualcuno che però non si vede. Intorno ci sono una decina di persone, e davanti allo schermo vediamo il regista e quello che crediamo essere l’aiuto-regista, che parlottano tra loro.

Salendo le scale, ehi non dimenticate che ci stiamo fingendo inquilini, notiamo che nel pianerottolo di ogni piano è posizionato un faro…sicuramente dovranno girare più tardi delle scene anche qui.

Al terzo piano ci fermiamo e ci consultiamo sul da farsi: “Cosa dici andiamo giù per le scale?” “Ma no, prendiamo l’ascensore stavolta, facciamo un ingresso trionfale nella hall!”"Ok sono d’accordo, però aspettiamo ancora cinque minuti, così possono pensare che siamo saliti in casa a controllare che il gas fosse spento”"Ok…un…due…tre…no basta andiamo non resisto più sono troppo curiosa!! E mi raccomando: occhi puntati a sinistra appena si aprono le porte! E’ lì che stanno girando!!”

Arrivati al piano terra i nostri sguardi si lanciano a sinistra nel tentativo di registrare più informazioni possibili. E io vedo l’attrice dalla canotta azzurra, quella che stava girando prima che noi entrassimo!!

Devo essere sincera: io non la conosco. Su Google ho scoperto che si chiama Dania Ramirez, è di origine dominicana e qui negli Stati Uniti è famosa per aver lavorato in alcune serie televisive, tra cui The Sopranos.

Di Joseph nessuna traccia purtroppo…Peccato non essere rimasti anche durante il pomeriggio. E sapete perchè? Ho scoperto che Joseph era sul set ed è pure stato vittima di un brutto incidente! Mentre girava alcune scene in bicicletta si è buttato contro un taxi, rompendone con il gomito il vetro anteriore. Visto che perdeva molto sangue è stato portato subito in ospedale e gli sono stati applicati ben 31 punti. Che sfortuna!!! Pensare che io in casa avevo il kit del pronto soccorso!! Comunque, Joseph stai tranquillo…la cicatrice ti renderà solo ancora più sexy!

Anna