martedì 17 maggio 2011

I giorni di pioggia

Stamattina mia mamma mi ha telefonato al solito orario, l'unico in cui può essere sicura di trovarmi: le 9:10 di mattina. Se sbaglia anche solo di un minuto tutti i nostri piani di sentirci vanno a rotoli. Deve chiamarmi esattamente quando sto salendo le scale della metropolitana verso Varick Street,verso la superficie, così da poter chiacchierare durante il mio tragitto a piedi verso l'ufficio. Il tempo utile per la telefonata è 7 minuti. E' capitato che il suo orologio fosse avanti di 3 minuti e quindi la nostra telefonata poteva durare solo 4 minuti, troppo pochi per chi vive a un oceano di distanza. Quando poi mi deve passare anche il babbo o la sorella, ecco che la situazione si complica...ma ormai si è specializzata ed è abbastanza puntuale, mentre io quando scendo dalla metro ho già il telefono in mano aspettando che squilli.
Questa mattina sono arrivata al lavoro con le lacrime agli occhi. Ci sono volte in cui mi chiedo chi me l'abbia fatto fare,lasciare il Bel Paese per trasferirmi a New York. Io e Antonio ripetiamo sempre la stessa cosa: se ci avessimo riflettuto un pò di più non saremmo mai partiti, ma è questo il bello,siamo partiti senza pensare. Adesso, dopo quasi 2 anni, ho una lista dei pro e dei contro lunghissima, lista che ho potuto stilare solo con l'esperienza diretta sul campo....Comunque, dicevo che stamattina ho trattenuto le lacrime a stento. Qui a NY è ancora autunno: stivaletti, jeans, maglioncino, giacca di pelle, sciarpa e ombrello costante ormai da 10 giorni. Stamattina invece mia mamma mi ha fatto sentire il rumore delle onde.
"Pronto mamma?"
"Ciao Anna, senti qui e indovina dove sono! (rumore delle onde del mare)"
"Mamma sei al mare..."
"Sì sono al mare, si sta benissimo, c'è caldo e cosa ancora più bella c'è pochissima gente, la spiaggia è deserta!"
Io faticavo a tenere l'ombrello, avevo già i capelli arruffati dalla pioggia, i pantaloni dal ginocchio in giù tutti bagnati e il cervello che mi gridava: ricordati perchè sei qui, ricordati perchè sei qui, ricorda ricorda...
E' inutile, ci sono giorni (di pioggia) in cui è veramente difficile ritrovarsi lost in the apple, l'unica cosa che vorrei fare è prendere un aereo e tornare a casa. Ma poi tengo duro, stringo i denti e cerco di ricordarmi i motivi per cui sono partita, quelli che mi fanno stare meglio, che mi fanno entrare in ufficio e sorridere. I motivi di una scelta che non è giusta o sbagliata, ma è stata una scelta, e io, sotto la pioggia e senza lavatrice, sono qui per viverla.

Anna

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