lunedì 26 luglio 2010

Al fuocooooo

Sicuramente vi sarete chiesti che fine avevo fatto..vero? No purtroppo non ho vinto 60 milioni di dollari alla lotteria, ne’ sono scappata a Las Vegas con l’uomo dei miei sogni……..

Al fuoco nel senso vero della parola, del fuoco, di un incendio. Non vi preoccupate, niente di grave. Solo che oltreche’ di fritto  del ristorante cinese di sotto, adesso i miei vestiti sanno anche di fumo. Beh cosa e’ successo? In parole povere il ristorante cinese sotto al mio appartamento e’ andato a fuoco…probabilmente perche’ il cuoco stava correndo per acchiappare un gatto per farlo arrosto….

Non mi ricordo dove eravamo arrivati, forse al mio weekend negli Hamptons. Magico. Un sogno. Ma i sogni diventano realta’ una volta rientrati dagli Hamptons a Manhattan. E il principe azzurro confessa di aver appena chiuso una storia e di non potersi buttare subito in un’altra…ma non poteva dirmelo prima? Non importa…noi forti come un budino al cioccolato non lo cerchiamo, evitiamo i posti dove possiamo incontrarlo….ma lo incontriamo lo stesso! Sara’ un caso? Il nostro subconscio ci spinge a fare cose che in realta’ non vorremmo non essendo kamikaze?

Comunque, il principe nel mese successivo al sogno l’ho incontrato per tutta Manhattan.

Uptown, downtown, East village, West village, Soho , Nolita, Tribeca.

Tutte le volte bella come il sole con un vestito fresco ma usato di Tokio Seven…il mio vintage store preferito. E lui non poteva resistermi. Ma io potevo resistere a lui. Quasi sempre.

Una sera il mio amico editor mi invita alla Boom Boom Room. Era tanto che ci volevo andare, la mattina dopo dovevo lavorare ma…..sarei andata , un drink e a nanna. Non avevo fatto i conti con i gatti arrosto cinesi.

Siamo saliti e quando si e’ aperto l’ascensore ho visto NEW YORK. Poi pero’ ho visto anche lui. In un angolo, come sempre. Mi ha sorriso, un bacio leggero sulla guancia.

Abbiamo parlato un po’, profumava di New York. Mi ha detto che era appena tornato da un reportage in Afghanistan. I volti dei bambini afghani erano il soggetto del reportage. Dovevo assolutamente vedere le foto. A casa sua.

Vedere le foto. A casa sua.

Mezz’ora e ci siamo baciati nella sua camera oscura. Sono scappata, ho paura ma questa e’ un’altra storia. Ero felice pero’, camminavo leggera in cerca di un taxi nel West village. Finche’ non sono arrivata sotto casa.

Cosa ci fanno otto camion dei pompieri sotto casa mia? E soprattutto cos’e’ il fumo che esce dal ristorante cinese?

L’incendio ha bruciato il ristorante…io gia’ mi facevo i film sulla mafia cinese, quando invece molto meno poeticamente il cuoco si e’ distratto tra un involtino primavera e l’altro. E casa mia? Solo i vetri spaccati dai pompieri e un gran odore di fumo. Il computer distrutto dallo scarpone di un firefighter (un onore pero’ Camilla!!!)

Seduta sul gradino di casa coi resti di wantung fritti. Impossibile dormire a casa. Non  mi resta che tornare al castello. Dal principe.

Bacio

Carlotta

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